giovedì 19 marzo 2009

ah ah ah.




notiziona scoop del Corriere della Sera: toh, obama (forse eh, non sbilanciamoci)è morto da anni!
..povera informazione.dovevano arrivare i soliti "Esperti Americani" per notare la sottilissima filigrana delle incongruenze nei "messaggi" dell'allegro sceicco, i flebili indizi quali una barba che cambiava colore, nonché una faccia decisamente diversa, o riportare finalmente che già nel 2007 Benazir Bhutto, giusto prima di essere assassinata, lo dava per defunto? solo per citare alcuni degli elementi più evidenti dei forti dubbi sulla quasi mitologica figura di osama.

Ecco l'articolo in cui il sempre ineffabile guido olimpio scrive:


Dubbi dagli Usa: «Osama è già morto»


Perplessità anche sui contenuti dei messaggi diramati negli ultimi tempi

Mancano testimoni diretti, dubbi sulle tracce audio: potrebbero essere state fabbricate appositamente

WASHINGTON – Che la «voce» stanca attribuita ad Osama parli della Somalia non è una sorpresa. Il territorio africano, non da oggi, è un piccolo avamposto di jihadisti e simpatizzanti qaedisti. Vi operano diverse organizzazioni islamiste, non c’è un controllo dei confini, è un rifugio ideale. Solo pochi giorni fa un kamikaze si è fatto esplodere tra i turisti nello Yemen: la polizia ha scoperto che si era addestrato proprio in Somalia. Negli Usa l’Fbi sta indagando sul flusso di militanti americani di origine somala verso il loro Paese. Sono stati arruolati a Minneapolis, in Oregon e California, poi sarebbero entrati in formazioni armate attive in Somalia. Uno di loro è morto come attentatore suicida. Ancora: voci non confermate hanno parlato della presenza in Somalia di Ayman Al Zawahiri. Dunque un ricco dossier che giustifica l’interesse di Osama.

I DUBBI DEGLI ESPERTI - Ma il punto è un altro. Molti, anche negli Usa, sono convinti che Bin Laden non sia più tra noi. Il fondatore del qaedismo sarebbe morto anni fa per cause naturali o come, sostenne Benazir Bhutto (anche lei non c’è più) assassinato da un militante. A sostegno di questa tesi qualche esperto americano – serio - ricorda come non esistano da tempo immemorabile avvistamenti di prima mano: un testimone che è sicuro di averlo visto in una data precisa, in un luogo preciso. L’ultima segnalazione, vaga, parla della presenza di Bin Laden nella regione di Chitral (Pakistan). Il classico ago nel pagliaio. Gli stessi esperti – che non appartengono all’area dei cospirativi - sono convinti che le registrazioni siano dei falsi elaborati al computer.

NON CI SONO PROVE - Sono stati fatti studi a riguardo, eseguite comparazioni. La Cia afferma, quasi sempre, che la voce è «attribuibile» ad Osama. Gli esperti ribattono, dati alla mano, che non si può avere la prova certa. Con questo non si vuol dire che sia stata per forza l’intelligence Usa a fabbricare i «tapes» – anche se in tanti lo pensano – ma potrebbero anche essere il frutto di una manipolazione dei seguaci di Bin Laden. Per non parlare poi del famoso video del 2007 dove chiaramente c’era stato un ritocco grossolano della barba. Esistono, poi, perplessità sui contenuti dei messaggi, non sempre in linea con il «vecchio» Osama. Infine le valutazioni «militari»: l’influenza di Osama è calata in modo netto così come il suo movimento ha perso i pezzi. Tanto è vero che la «voce» sembra più quella di un commentatore – che spazia da Gaza a Mogadiscio – che quella di un raìs. Nel senso che parla. Parla e basta.

LA CASA BIANCA - Interessante la recente valutazione ufficiale statunitense. Il segretario alla Difesa Robert Gates per spiegare la difficoltà di scovare il capo qaedista ha fatto paragoni con il passato. Ricordate – ha detto martedì – che per catturare l’Unabomber americano ci sono voluti 17 anni malgrado si nascondesse sul territorio statunitense. Pensate ancora – ha aggiunto – all’impossibilità di recuperare gli ostaggi americani in Libano, tenuti in catene per anni. Poi una battuta: «Trovare i terroristi è davvero duro. Penso che la gente veda troppi film». Quindi la «voce» di Osama ci accompagnerà ancora per molto.


19 marzo 2009

Nessun commento:

Posta un commento